Ne ha parlato anche Spotify citandoli all’interno del suo Wrapped, e in tanti giustamente si sono posti la domanda: che cosa sono gli NFT?
In questi giorni molti italiani hanno potuto ripercorrere le loro preferenze musicali dell’anno 2021, tra gli artisti più ascoltati e le canzoni sentite in loop. In un passaggio della presentazione, Spotify Wrapped riportava la frase “Mentre tutti cercavano di capire cosa fossero gli NFT, tu ascoltavi questo brano in loop…” seguito dal brano riprodotto più spesso dall’account durante l’anno.
In effetti, non tutti sono consapevoli di cosa siano gli NFT e quale utilizzo se ne possa fare in rete, nel presente e nel futuro. Intanto, le previsioni di mercato indicano che potrebbero davvero ritagliarsi uno spazio importante nei prossimi anni. Cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta.
La funzione di Spotify per vedere i dati sui propri ascolti è disponibile per tutti gli utenti. I tipi di aura musicale, le canzoni più ascoltate, gli artisti più famosi e il commento di Linus e Nicola Savino
Cosa sono gli NFT
Per capire cosa sono gli NFT bisogna comprendere le parole su cui si fonda l’acronimo: in inglese, “Non-Fungible Token“, ovvero gettone non fungibile, quindi non replicabile, insostituibile. E già questo li rende qualcosa di particolare in rete: significa che di uno specifico NFT ne esiste uno e uno solo, come se fosse una marca digitale con un certificato di autenticità e unicità.
Il denaro contante è fungibile, perchè per esempio ogni banconota da dieci euro è sostituibile con un’altra banconota originale di pari valore. Anche i bitcoin, la criptovaluta più famosa, sono fungibili. Gli NFT, al contrario, utilizzano un certificato basato sulla tecnologia blockchain per garantire la loro autenticità e unicità.
In concreto gli NFT possono essere diversi prodotti: una canzone, un video, un’immagine, una gif. L’unica discriminante è l’autenticità, come avviene per i pezzi unici nel mondo reale. La differenza con il resto degli strumenti digitali è proprio l’impossibilità di replicarli.
Blockchain, significato e a cosa serve
L’altro elemento da inquadrare per comprendere la natura degli NFT è la sopracitata tecnologia blockchain. Si tratta di una sorta di registro digitale immutabile, si potrebbe dire “scolpito nella roccia”, in cui vengono tracciati e registrati tutti i movimenti di dati tra gli utenti. In questo modo, i trasferimenti sono costantemente dimostrabili e la proprietà risulta trasparente. Proprio la possibilità di tracciare i movimenti di denaro rende gli NFT molto più sicuri delle criptovalute, almeno per banche e amministrazioni.
Di fatto la blockchain costituisce la garanzia dell’autenticità di un determinato contenuto online. Senza di questa, ogni cosa sarebbe copiabile all’infinito ed essere sicuri di trovarsi di fronte all’originale sarebbe impossibile. Questa tecnologia consente invece di trascrivere, trasferire e rendere pubbliche le informazioni sull’unicità del contenuto. Da qui, dunque, il valore e la differenza tra NFT e criptovalute.
Cos’è la NFT Art
La NFT Art, altro concetto che sta prendendo piede nell’ultimo periodo, non è altro che la forma d’arte che si sta sviluppando sulle opere digitali. Anche qui, senza la garanzia dell’autenticità e dell’originalità del contenuto virtuale, sarebbe impensabile definirla “arte sul web” con tanto di mercato dedicato. In realtà, sono diverse le opere online battute all’asta e vendute tramite i siti specializzati.
Se pensate che non possa esistere un mercato dell’arte digitale, i fatti dicono il contrario. Finora la NFT Art ha fatto la fortuna di diverse opere, tra cui la più costosa è stata pagata circa 69 milioni di dollari. Si tratta di Everydays: the first 5.000 days, un collage digitale realizzato da un cryptoartista americano con 5000 immagini. La cifra astronomica dimostra che la NFT Art è già un business.
Tra gli NFT pagati cifre altissime figura anche il primo tweet della storia dell’umanità. Degli studi hanno certificato l’originalità del contenuto comprato per 2,9 milioni di dollari, si tratta del primo cinguettio postato sul celebre social da Jack Dorsey, ideatore di Twitter: il messaggio recita “Sto semplicemente configurando il mio Twitter”.
Il business legato ai Non Fungible Token ha anche cambiato il modo di intendere il lavoro dei designer legati alle celebrità. Molti artisti hanno modificato la loro arte per renderla perfetta per il digitale. È il caso per esempio di Gianpiero D’Alessandro, che cura la NFT Art di Justin Bieber, creando contenuti ufficiali per il cantante statunitense.